Di cosa parliamo:
In Italia, il processo di liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni ha preso il via nel 1994, a seguito della privatizzazione di SIP, all’epoca unico fornitore di servizi telefonici (e in seguito è diventato parte di Telecom Italia). La privatizzazione ha permesso la nascita di nuovi operatori nel mercato (nonostante la gestione della Rete Telefonica Generale sia rimasta di competenza di Telecom Italia, che ha l’incarico di mantenerla e di renderla accessibile agli altri operatori). A partire dal 2002, con ‘Unbundling del Local Loop‘, alcuni operatori alternativi hanno potuto proporre le proprie offerte senza una propria infrastruttura, accedendo all’infrastruttura esistente. Questa politica ha permesso di incrementare la concorrenza, ridurre i prezzi e aumentare l’offerta disponibile per i consumatori.
Attualmente il settore conta numerosi gestori, ma solo quattro detengono oltre l’80% dell’intera quota di mercato (TIM, Vodafone, WINDTRE e Fastweb).
Potrebbe interessarti anche:
- I principali raggiri sui contratti Internet e Telefono
- 5 domande da fare prima di sottoscrivere un contratto Internet e Telefono
- Cosa fare in caso di problemi sul contratto Internet e Telefono
Le principali tecnologie di rete fissa
In Italia, così come in molti altri mercati, le principali tecnologie di rete fissa utilizzate per fornire l’accesso a Internet sono principalmente tre: ADSL, FTTC e FTTH:
- ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line): sfrutta le reti telefoniche in rame esistenti per trasmettere voce e traffico dati (solitamente ad una velocità massima di 20 Mbps in download e 1 Mbps in upload). Per un lungo periodo di tempo è stata la tecnologia più utilizzata e diffusa per l’accesso ad Internet. Negli ultimi anni, complice una maggiore diffusione della fibra e delle reti mobili di ultima generazione, viene gradualmente abbandonata, sostituita da tecnologie più performanti;
- FTTC (Fiber To The Cabinet): è uno degli standard più diffusi per quanto riguarda la fibra mista rame. Si tratta di una rete “ibrida”, che combina fibra e rame: la fibra ottica arriva dalla centrale fino ad un cabinet (o armadio stradale) posto nelle vicinanze delle abitazioni. Per l’ultimo tratto (dal cabinet all’abitazione), invece, viene utilizzato il classico doppino in rame. Questa tecnologia offre prestazioni maggiori rispetto all’ADSL, con velocità che possono raggiungere fino a 100/200 Mbps in download e fino a 10/20 Mbps in upload. La FTTC si è diffusa rapidamente qualche anno fa, in particolare nelle aree urbane dove la posa della fibra ottica veniva considerata sconveniente. Ultimamente, anche questo standard viene adottato sempre meno, in favore della FTTH, grazie agli investimenti e ai progetti per la copertura della banda ultralarga cablata di Governo e UE;
- FTTH (Fiber To The Home): in questo caso la fibra ottica arriva direttamente all’interno dell’abitazione o dell’edificio, eliminando totalmente l’utilizzo dei cavi in rame. Si tratta, quindi, della fibra vera e propria, in grado di raggiungere velocità molto alte. La maggior parte delle offerte in commercio offrono prestazioni fino a 1 o 2,5 Gbps in download e fino a 1 Gbps in upload, ma sono già disponibili anche soluzioni che arrivano a ben 10 Gbps di velocità. Si tratta, ovviamente, della tecnologia in maggiore espansione: in linea con gli obiettivi dell’UE, il nostro Paese punta a realizzare una copertura quasi totale della banda ultralarga entro il 2025 (anche nelle aree più isolate, con l’obiettivo di permettere l’accesso alla maggior parte delle abitazioni ad una connettività di almeno 100 Gbps (predisposta per l’upgrade a 1 Gigabit).
Negli ultimi anni, inoltre, si è diffusa una tecnologia alternativa alla rete cablata, la FWA (Fixed Wireless Access): anziché l’uso di cavi o satelliti, la FWA si basa su onde radio trasmesse da torri di comunicazione, sfruttando le centrali fibra e le reti mobili più performanti (4G/4G+ e, più recentemente, il 5G), permettendo una velocità di navigazione molto alta (attualmente fino ad un massimo di 1 Gbps). Questo standard si sta affermando particolarmente nelle aree più isolate e remote, dove l’installazione dei cavi risulta più complessa o costosa. La FWA, inoltre, viene sempre più spesso proposta dai provider di rete fissa come alternativa all’ADSL, in attesa dell’arrivo della FTTH. Con l’ulteriore diffusione della rete 5G, è probabile che la FWA diventi una soluzione ancora più attraente dal punto di vista commerciale, tenendo in considerazione i vantaggi in termini di performance, flessibilità e costi.
Offerte Internet e telefono
Tutti i principali provider offrono generalmente soluzioni Internet e telefono con modem incluso (gratuito, in comodato d’uso o in vendita abbinata), oltre a piani “net neutrality”, senza apparato associato, in linea con quanto previsto dalla direttiva AGCOM sul modem libero (che stabilisce che il cliente debba avere la totale libertà di scelta sul dispositivo da utilizzare). In alcuni casi vengono proposte offerte congiunte fisso – mobile (se i provider operano in entrambi i mercati) o pacchetti associati a servizi partner (come le piattaforme di streaming TV).
I principali operatori solitamente prevedono l’attivazione dei servizi richiesti sulle principali tecnologie di rete (ADSL, FTTC, FTTH) senza particolari differenze di prezzo. Tuttavia, come accennato precedentemente, il rame viene sfruttato sempre meno, sostituito dalla FWA e dalla stessa fibra ottica.
Grazie alla realizzazione e allo sviluppo di reti FTTH a livello nazionale da parte di operatori “Wholesale” (come Open Fiber e FiberCop), anche altre compagnie minori dal punto di visto della quota di mercato hanno lanciato delle proprie offerte in fibra, moltiplicando l’offerta disponibile per i clienti e consentendo l’accesso al settore TLC ad aziende che operano in altri mercati (ad esempio fornitori Energia o società estere che non hanno una propria infrastruttura di rete). Spesso queste soluzioni si concentrano prevalentemente sulla connettività dati, senza la linea voce.
Condizioni contrattuali
Le condizioni contrattuali per le offerte Internet in Italia variano in base all’operatore:
Durata contrattuale
- alcuni provider non prevedono vincoli di permanenza e permettono all’utente di disdire il contratto in qualsiasi momento, pagando il solo contributo di disattivazione. Se il piano prevede il modem in comodato d’uso gratuito, solitamente viene richiesta la restituzione;
- in altri casi, invece, è prevista una durata contrattuale minima (generalmente 24 mesi), che può essere influenzata dalla presenza di sconti sul costo di attivazione o del modem fornito in vendita abbinata (solo rispettando il vincolo di permanenza vengono scontate totalmente le rate previste).
Anche per le offerte Internet è previsto il diritto di recesso, chiamato anche diritto di ripensamento: si tratta di una disposizione legale che consente ai consumatori di annullare un contratto entro un determinato periodo di tempo (tipicamente di 14 giorni), senza dover fornire una motivazione specifica e senza incorrere in penali.
Costi di attivazione/disattivazione
I costi di attivazione vengono spesso scontati o addirittura azzerati, grazie alle frequenti promozioni dedicate ai nuovi clienti. Per la disattivazione, invece, il contributo è quasi sempre dovuto (l’importo varia da operatore a operatore e potrebbe essere differente per chi passa ad un altro gestore o per chi dismette il servizio definitivamente).
Modifiche contrattuali
Le offerte possono essere soggette nel tempo a variazioni, sia nel prezzo che nelle condizioni contrattuali. In caso di modifiche unilaterali da parte del provider, il cliente può esercitare il diritto di recesso ai sensi dell’art.80-septies decies, comma 5 del codice delle Comunicazioni Elettroniche, e presentare una richiesta di disdetta (o una migrazione ad altro gestore) entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione da parte dell’operatore. Il diritto di recesso permette di disdire il contratto senza costi di disattivazione né penali. In caso di rate ancora pendenti relative a dispositivi o servizi associati al piano, dovranno essere saldate seguendo la cadenza prevista oppure sarà possibile pagare in un’unica soluzione le rate restanti, indicando tale opzione nella richiesta di recesso.
Di recente, a seguito dell’aumento generalizzato dei prezzi e dei costi delle materie prime, alcune compagnie telefoniche hanno introdotto sui contratti una clausola che prevede l’adeguamento annuale del canone delle offerte in base all’indice ISTAT sull’inflazione (quindi, in teoria, non soggetto al diritto di recesso). Tuttavia, tale sistema è ancora in fase di discussione, ma l’AGCOM si è già espressa in merito introducendo alcuni paletti. Ecco alcuni dei principali:
- gli operatori possono adottare il meccanismo di adeguamento in base all’inflazione, ma dovrà essere valido anche in caso di riduzione dell’indice (che dovrebbe portare ad una riduzione di prezzo);
- è necessaria l’esplicita accettazione dell’utente;
- l’adeguamento potrà scattare solo dopo un anno dall’attivazione dell’offerta;
- in caso di incrementi oltre il 5% sul canone, gli utenti possono cambiare offerta senza penali.